Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)






Ritorno a Krishna

rivista del movimento Hare Krishna

volume 1 n. 2
maggio 1989

Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.



Rivista del Movimento Hare Krishna



Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

Fondatore-Acaria dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna arrivò in Occidente dall'India nel 1965, all'età di sessantanove anni, per soddisfare la richiesta del suo maestro spirituale: insegnare la Coscienza di Krsna in Occidente.
In dodici anni ha pubblicato più di settanta volumi di traduzione e commento dei testi classici dell'india vedica.
I suoi libri, ora disponibili anche nella versione italiana, e in altre cinquanta lingue, sono stati adottati come testi di studio nelle maggiori università del mondo.
Viaggiando costantemente in Europa, America, Australia, Africa e Asia, Srila Prabhupada ha strutturato il suo movimento internazionale in una confederazione mondiale di asrama, scuole, templi e comunità agricole.
Ha lasciato questo mondo nel 1977 a Vrndavana, in India, il luogo più caro a Sri Krsna.
I suoi discepoli portano avanti il movimento a cui lui ha dato vita.


RITORNO A KRISHNA
la rivista mensile dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.
Quando Srila Prabhupada costituì questa Associazione a New York nel 1966, mise per iscritto gli obiettivi che essa si prefiggeva.

1. Diffondere sistematicamente il sapere spirituale in tutta la società ed educare ogni individuo alla pratica della vita spirituale per bilanciare lo scompenso di valori nel mondo attuale e raggiungere una pace e un'unità reali.
2. Diffondere la Coscienza di Krsna così come ci viene rivelata nella Bhagavadgita e nello Srimad-Bhagavatam.
3. Portare i membri dell'associazione a vivere insieme e avvicinarli a Krsna, l'Essere Supremo, promuovendo così l'idea, tra i membri e il resto dell'umanità, che ogni anima è una particella infinitesimale qualitativamente uguale a Dio, Krsna.
4. Insegnare e promuovere il movimento del sankirtana, il canto congregazionale dei Santi Nomi di Dio, come ci ha rivelato nei Suoi insegnamenti Sri Caitanya Mahaprabhu.
5. Erigere per i membri e per il resto della società un luogo dedicato ai divertimenti trascendentali e alla personalità di Krsna.
6. Unire i membri allo scopo di insegnare un modo di vivere più semplice e naturale.
7. Pubblicare e distribuire periodici, libri e altri scritti allo scopo di raggiungere i fini sopraelencati.










RITORNO
A KRISHNA

FONDATA NEL 1944

FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

DIRETTORE RESPONSABILE
Alida D'Ambrosio (Ali Krsna devi dasi)
AMMINISTRAZIONE
Nimai Pandita dasa
REDATTORE CAPO
Haladhara dasa
REDATTORI
Gaura Krsna dasa, Gitamrta devi dasi, Kundali dasa
TRADUZIONI
Prema Cintamani devi dasi, bhaktin Rosanna
COMPOSIZIONI
Anangha Manjari devi dasi, bhakta Carlo, bhaktin Lella
SERVIZIO ABBONAMENTI
Dananista devi dasi
GRAFICA E IMPAGINAZIONE
Haladhara dasa, bhaktin Paola, bhakta Lorenzo

PRONUNCIA. La translitterazione dei termini sanscriti contenuti in questa rivista è stata eseguita secondo un metodo adottato internazionalmente. La a si pronuncia a chiusa. La a si pronuncia a, aperta e lunga. La i si pronuncia i lunga. La u si pronuncia u lunga. La j si pronuncia g dolce. La r si pronuncia ri. La s si pronuncia sc (come in scena), altrettanto s, ma più sibilante. La h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (il suono sc è dolce); Caitanya si pronuncia Ciaitanya.

NOMI SPIRITUALI. I membri dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna ricevono uno dei nomi di Krsna o di un Suo grande devoto seguito dal suffisso dasa (dasi per le donne) che significa "servitore". Per esempio il nome Krsna dasa significa "servitore di Krsna".
ABBONAMENTI. RITORNO A KRISHNA esce tutti i mesi escluso agosto. Per informazioni sugli abbonamenti scrivere a: Bhaktivedanta Book Trust Italia  Via Comunale degli Scopeti, 108  50026 San Casciano Val di Pesa FI
Tel. 055/8284708076414820054

1989 RITORNO A KRISHNA  Pubblicazione mensile registrata presso il tribunale di Milano n° 199 del 13/03/89 VOL. 1 N. 2  Maggio 1989 Bhaktivedanta Book Trust Italia Via Comunale Scopeti 108  30026 S. Casciano Val di Pesa FI
FOTOLITO: Photo Life  Milano
STAMPA: Ripalta Industrie Grafiche  Cassina de' Pecchi  MI



VOL. 1, N°2

DUE MONDI
Non possiamo seguire due strade: o usciamo da questo mondo materiale o non andremo da nessuna parte.

I dialoghi di Srila Prabhupada
QUESTO MONDO MATERIALE
E' ZERO

Libri
SRIMADBHAGAVATAM
Continua la pubblicazione del grande classico spirituale scritto 5000 anni fa da Krsna Dvaipayana Vyasa, tradotto e commentato da Sua Divina Grazia Srila Prabhupada.

Luoghi Sacri
COME KRSNA VENNE A UDUPI
Lo straordinario racconto dell'incontro tra uno dei più grandi santi
dell'India e una splendida Divinità di Krsna dei tempi passati.

L'OSSERVATORE VEDICO

LETTERE AL DIRETTORE

CANTA HARE KRSNA E SARAI FELICE

IN COPERTINA: Sri Sri RadhaKrsna nei boschetti di Vraja.















DUE
MONDI

Noi, eterne anime spirituali, in questo temporaneo mondo materiale
siamo fuori dal nostro elemento. Ma c'è una strada per tornare a casa.

Conferenza tenuta a Toronto nel giugno del 1976 da
SUA DIVINA GRAZIA A.C. BHAKTIVEDANTA SWAMI PRABHUPADA
FondatoreAcarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna

asraddadhanah purusa
dharmasyasya parantapa
aprapya mam nivartante
mrtyusamsaravartmani

"Coloro che sono privi di fede sulla via del servizio di devozione non possono raggiungerMi, o vincitore dei nemici, ma tornano a nascere e a morire in questo mondo materiale." (Bhagavadgita 9.3)

Qui Sri Krsna ci sta informando che ci sono due vie che possiamo seguire: una ci porta a casa, a Dio, e l'altra ci obbliga a rimanere in questo mondo materiale, che è colmo di miserie, tra cui risaltano la nascita, la vecchiaia, la malattia e la morte. Queste sono le due strade che possiamo percorrere.
In verità noi, entità viventi, non siamo soggetti alla nascita, alla vecchiaia, alla malattia e alla morte. Siamo eterni, parti integranti di Krsna. Krsna è Dio, la Persona Suprema, e noi siamo Sue parti, come un padre ha molti bambini e ogni bambino è parte integrante del padre. Quindi Krsna, il Signore Supremo, è il padre supremo e noi, entità viventi, siamo tutti Suoi bambini, parti di Dio. Qualitativamente siamo uguali a Krsna, proprio come una piccola particella d'oro è oro. Non è qualitativamente differente da una grossa pepita d'oro.
Però, sebbene siamo piccole particelle di Krsna, Dio, la Persona Suprema, siamo in qualche modo caduti in questo mondo materiale. Siamo come scintille che sono uscite dal fuoco. Quando una minuscola scintilla danza nel fuoco è brillante ed è anche fuoco. E se cade sui vostri vestiti, comincerà subito a bruciare o farà una macchia nera. Sebbene la scintilla sia minuscola è sempre fuoco, perciò brucia. Analogamente, noi siamo piccole particelle spirituali, parti di Dio perciò possediamo le Sue qualità in piccolissima quantità.
Quando una scintilla esce dal fuoco si possono verificare tre condizioni: la scintilla può cadere a terra, può cadere nell'acqua o può cadere nell'erba secca. Se la scintilla cade sull'erba secca, può dare inizio a un altro fuoco. Se cade a terra può continuare a bruciare per qualche attimo e poi spegnersi. Se cade in acqua si spegne subito.
Analogamente, il mondo materiale è composto da tre influenze della natura: virtù, passione e ignoranza. Se acquisiamo le qualità della virtù, c'è possibilità di conoscenza e d'illuminazione: il "fuoco" può di nuovo essere prodotto. Se acquisiamo le qualità della passione, la nostra illuminazione spirituale ha la probabilità di estinguersi velocemente. Ma se cadiamo nell'acqua, cioè nell'influenza dell'ignoranza, la nostra coscienza si spegne definitivamente.
Nella nostra situazione di anime cadute in questo mondo materiale, le influenze della passione e dell'ignoranza sono predominanti. I sintomi di queste influenze sono i desideri senza limiti e l'avidità. Il sintomo dell'influenza della virtù è l'illuminazione. Se coltiviamo le qualità brahminiche, ci eleveremo al piano dell'influenza della virtù. Krsna descrive le qualità brahminiche nella Bhagavadgita (18.42)

samo damas tapah saucam
ksantir arjavam eva ca
jananam vijnanam astikyam
brahmakarma svabhavajam

Serenità, controllo di sé, austerità, purezza, tolleranza, onestà, saggezza, conoscenza e pietà sono le qualità che accompagnano l'attività del brahmana. Se coltiviamo questo modo di vivere: essere veritieri, sereni e tolleranti, essere uomini saggi, sapienti e credenti in Dio e nelle Scritture, allora siamo brahmana. Essere brahmana significa avere l'opportunità di comprendere il Brahman (brahma janatiti nbrahmanah). La vita umana dovrebbe portarci a fare domande sul Brahman. Questo dichiara il primo aforisma del Vedantasutra: athato brahma jijnasa.
Il nocciolo di tutta la letteratura vedica è quindi la Bhagavadgita, rivelata da Krsna, Dio, la Persona Suprema. La Bhagavad-gita è un libro di grande importanza. Le altre Scritture a volte vengono rivelate dal rappresentante o dal servitore di Dio, che insegnano la scienza di Dio, ma che possono modificare i Suoi insegnamenti a secondo del tempo e delle circostanze. La Bhagavad-gita invece è rivelata da Krsna stesso, Dio, la Persona Suprema.
Per gli Indiani qui presenti è una grande fortuna essere nati nel Paese in cui Krsna apparve. Tale nascita non è cosa comune. Perché? Perché nascere in India significa essere automaticamente avanzati nella conoscenza spirituale. Infatti anche se l'India si trova in tale condizione decadente, in qualsiasi villaggio vi rechiate troverete persone che comprenderanno con estrema facilità la coscienza di Krsna. Possiedono la conoscenza sin dalla nascita. A Vrndavana, quando camminano per strada, gli autisti dei carretti, i lattai, manifestano subito i loro rispetti: "Ah, Swamiji". L'altro giorno stavamo facendo la nostra passeggiata mattutina ed entrammo in un campo. Il contadino ci ricevette dicendo: "Swamiji, è per noi una grande fortuna che siate entrato nel nostro campo". Ma in questo paese se fossi entrato in un campo forse il proprietario mi avrebbe accusato di violazione e magari mi avrebbe sparato. Questa è la differenza tra gli Indiani e gli altri: il popolo indiano è cosciente di Krsna sin dalla nascita.
La mia richiesta a voi Indiani residenti in un paese straniero è che per favore non vi dimentichiate il vostro patrimonio culturale. Questa è la mia richiesta. Rimanete Indiani, con cultura indiana. Qui c'è il tempio di Krsna e stiamo distribuendo la cultura di Krsna in tutto il mondo. Non perdete questa opportunità; cercate di cogliere questo vantaggio.
Il compito di ogni Indiano è aiutare la missione di Sri Caitanya Mahaprabhu che, rivolgendoSi in special modo agli Indiani, disse:

bharata bhumite haila
manusyajanma jara
janma sarthaka kari'
kara paraupakara

"Il compito di chi è nato in India è prima di tutto fare della propria vita un successo e poi compiere attività benefiche a favore di tutti gli altri."
Poiché l'India è arricchita di conoscenza vedica, quelli che vi sono nati dovrebbero trarre vantaggio da questa opportunità e diffondere la conoscenza. Dovrebbero diffonderla specialmente coloro che appartengono alle classi più elevate: i brahmana (intellettuali), gli ksatria (amministratori) e i vaisya (commercianti). Imparate l'arte della coscienza di Krsna, rendete perfetta la vostra vita e distribuite poi questa conoscenza in tutto il mondo. Questo è il vostro compito e l'ordine di Sri Caitanya Mahaprabhu.

Ascoltate ciò che
dice Krsna.
Così la vostra vita
avrà successo.
Se non accettate le
parole di Krsna,
rivelate chiaramente
nella Bhagavad-gita,
dovrete restare
nel ciclo di nascite
e morti ripetute.
Questa è
la pura verità.

Sri Krsna rivelò la Bhagavadgita cinquemila anni fa, ma non fu predicata diffusamente. Fu rivelata durante la battaglia di Kuruksetra e in questo modo fu portata a conoscenza di Arjuna e di alcuni suoi amici. Ma Caitanya Mahaprabhu, che è Sri Krsna stesso, assunse il ruolo di devoto di Krsna e distribuì liberamente la coscienza di Krsna. Volle che ogni abitante dell'India abbracciasse la coscienza di Krsna, rendesse perfetta la sua vita e poi distribuisse questa conoscenza.
Questo è il compito di ogni abitante dell'India. Nel nono capitolo della Bhagavad-gita, Krsna parla con grande chiarezza della bhakti, il servizio di devozione al Signore. Chiama questa scienza rajaguhyam: "la più confidenziale". Nel verso precedente dice, rajavidya rajaguhyam: "La coscienza di Krsna è il re dell'educazione ed è molto confidenziale." Per questa ragione la coscienza di Krsna non può essere compresa da una persona ordinaria. Supponete di andare in una banca. Alcune persone che vi lavorano, il direttore, il cassiere o il contabile, possono conoscere informazioni riservate riguardo agli affari della banca, che sono però ignorate dagli impiegati e dai clienti. Allo stesso modo, la scienza rivelata da Krsna nella Bhagavad-gita è molto segreta (guhyam guhyatamam). In altre parole, è molto importante e di difficile comprensione per l'uomo comune.
Perciò Krsna dice: "Sto rivelando personalmente questa scienza confidenziale per illuminare le persone come te, Arjuna, non per la gente in generale". Arjuna non era una persona ordinaria. Era nato in una famiglia reale ed era così elevato da poter parlare con Krsna a tu per tu. Questa scienza confidenziale quindi non è per le persone comuni.
Tuttavia, come dice Krsna, il metodo della coscienza di Krsna è susukham kartum avyayam: è così facile da compiere che chiunque può seguirlo. Cosa stanno facendo questi ragazzi che provengono da varie parti del mondo? Cantano Hare Krsna, danzano e mangiano prasadam (cibo offerto a Krsna). Qual è la difficoltà? Cantate Hare Krsna in estasi, danzate piacevolmente e quando vi sentirete stanchi e affamati, prendete del buon prasadam. Seguendo semplicemente questo metodo avanzerete nella coscienza di Krsna e sarete quindi in grado di comprendere la Bhagavadgita. Qual è la difficoltà?
Non è necessario discutere di filosofia o diventare un mago mistico, un prestigiatore, un millantatore o un imbroglione. No. Accettate questo semplice metodo. Venite qui e cantate il mahamantra Hare Krsna: Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare  e immediatamente vi troverete in estasi perché questo mahamantra non è un suono ordinario. E' un suono spirituale. Come cantava Narottama dasa Thakura, golokera premadhana harinama sankirtana. Proprio come riceviamo il suono via radio da luoghi distanti, così riceviamo il canto Hare Krsna dal mondo spirituale. Questo suono non ha origine nel mondo materiale: proviene dal mondo spirituale.
Nel mondo spirituale ci sono devoti eternamente liberati che sono molto felici semplicemente danzando e cantando il mantra Hare Krsna. E le Scritture spiegano che nel mondo spirituale non esiste sesso. Immaginate! Qui nel mondo materiale il sesso è considerato il piacere più elevato. Nel mondo spirituale invece, sebbene uomini e donne siano molto belli, non c'è sesso perché tutti godono del piacere più elevato della coscienza di Krsna.
Inoltre, nel mondo spirituale nessuno invecchia perché in quel luogo non c'è nascita, vecchiaia, malattia o morte. La vecchiaia è causata dal corpo materiale. L'anima spirituale, invece, è eternamente giovane. In effetti siamo ostacolati dalla gabbia del corpo materiale. Per cui, come ho già spiegato, se lo desiderate potrete liberarvi dalla schiavitù di questo corpo materiale o se lo desiderate potrete continuare la vostra vita materiale cambiando un corpo dopo l'altro, per tutta l'eternità. Nel presente verso Krsna descrive questo processo come mrtyusamsaravartmani "la via della morte ripetuta nel mondo materiale". Perché? Perché se siete ingabbiati in un corpo materiale, magari nel corpo di un gatto o di un cane o di un essere umano o di un deva o persino in quello di Brahma, dovete morire. Non esiste scampo. Krsna inoltre dice: aprapya mam "Non Mi otterrete". Quindi avete due alternative: ottenere Krsna e tornare a casa, tornare a Dio, o rimanere in questo mondo materiale e ottenere ripetutamente un corpo e morire ancora, lottando nel ciclo di nascita, vecchiaia, malattia e morte.
Poiché Krsna è il nostro padre supremo, o il nostro amico supremo, ci aiuta rivelando la scienza contenuta nella Bhagavad-gita. Dovremmo quindi essere molto desiderosi di accettare le Sue istruzioni. Se non lo siamo allora Krsna dice: mrtyusamsaravartmani. Viaggeremo sulla via delle ripetute nascite e morti in questo mondo materiale.
Questo sarà il risultato se non si è interessati nel comprendere il proprio dovere o dharma. Che cos'è il dharma? Alla fine della Bhagavadgita Krsna dice chiaramente, sarvadharman parityajya mam ekam saranam vraja: " Abbandona tutti i tuoi doveri e arrenditi a Me". Questo è il vero dharma. Qualsiasi altra cosa è falso dharma, imbroglio. In un altro passo della Bhagavadgita (4.8) Krsna dice, dharmasamsthapanarthaya sambhavami yuge yuge: "Discendo di era in era per liberare le persone pie, annientare i miscredenti e ristabilire i principi della religione". Krsna viene qui o invia un Suo rappresentante, Suo figlio, un Suo devoto o un Suo servitore. In questo modo Krsna tenta d'illuminare l'intera società
umana.
Dovete quindi trarre vantaggio dalle istruzioni di Krsna. Se non lo fate, se non avete alcuna fede in esse, nessun interesse, allora soffrirete. Questa forma umana è un'opportunità per accettare il sistema religioso offerto da Dio stesso. Ed è nostro dovere accettarlo. Ma se non si è interessati, allora il risultato, dice Krsna, sarà che "Non potrete ottenerMi". E se non otteniamo Krsna qual è l'errore? E' un grosso errore. Come dice Krsna, nivartante mrtyusamsaravartmani: "Si resta nel ciclo di nascite e morti".
Questo ciclo non è per niente piacevole. Lavoriamo così duramente per costruire belle strade, belle macchine, bei grattacieli e altre piacevoli comodità. Perché? Per essere felici. Ma quando la morte ci chiamerà, grideremo: "Oh, stavo cercando di costruire questo e ora sto morendo!" Tutto ciò è molto doloroso.
Questa è la natura. Potete cercare di essere felici in questo mondo materiale, ma la natura vi scaraventerà fuori. Non vi permetterà di restare qui. Krsna descrive questo mondo come duhkhalayam asasvatam: temporaneo e pieno di miserie. E' molto difficile ottenere denaro e fare dei piacevoli piani materialisti. E dopo che vi siete sottoposti a dure privazioni e avete ottenuto un po' di denaro e avete costruito grandi, grandi palazzi o avete acquistato una macchina, dovete lavorare duramente solo per mantenere integro il tutto. Cosa anche questa molto difficile.
E alla fine non c'è alcuna garanzia che sarete in grado di godere delle vostre comodità materiali. Oggi potete essere il proprietario di una grande casa o di una grossa automobile, ma dopo la morte potreste dover accettare il corpo di uno scarafaggio nella casa o nell'automobile. La vostra situazione futura non è nelle vostre mani; è determinata dalle leggi della natura. Se avete lavorato in modo tale da non aver più diritto a possedere un'automobile e se avete un grande attaccamento per la vostra automobile, al momento della morte potreste dover accettare il corpo di uno scarafaggio nella stessa automobile. Nessuno conosce le leggi della natura. Krsna dice nella Bhagavad-gita (3.27)

prakrteh kriyamanani
gunaih karmani sarvasah
ahankaravimudhatma
kartaham iti manyate

"L'anima sviata dal falso ego crede di essere l'autrice delle proprie azioni che in realtà sono compiute dalle tre influenze della natura materiale."
Dopo la morte dovremo accettare un altro corpo. Proprio come abbiamo abbandonato il nostro corpo di bambino e accettato quello di giovinetto e, lasciato questo, abbiamo accettato quello di adulto, al momento della morte dovremo accettare un altro corpo. E quel corpo sarà creato dalla natura secondo il nostro karma. Cominceremo quindi un altro capitolo. Se diventerete un deva o un cane o uno scarafaggio o un essere umano, dalla data della vostra prossima nascita inizierete un altro capitolo. Ancora la miseria di crescere, cambiare i corpi, adattando le cose secondo le circostanze. Questo è mrtyu-samsaravartmani, il ciclo delle nascite e morti ripetute.
Se volete sfuggire a questa seccatura, ascoltate cosa dice Krsna. Allora la vostra vita avrà successo. Ma se non accettate la parola di Krsna, quanto Lui dice chiaramente nella Bhagavad-gita, dovrete rimanere in questo mrtyusamsaravartmani. Questa è la verità. Non ci sono dubbi. Potete essere molto orgogliosi del vostro forte corpo o della vostra posizione politica o sociale, ma dopo la morte il vostro destino non sarà sotto il vostro controllo. Sarà sotto il controllo della natura materiale. Non siate quindi falsamente orgogliosi. Non fatevi ingannare dal falso ego che vi porta a pensare: "Sono libero. Posso fare qualsiasi cosa". Soffrirete e rimarrete sulla via delle nascite e morti ripetute.
Esistono 8.400.000 specie viventi. Abbiamo ottenuto questa forma umana solo dopo aver attraversato molte, molte nascite nel processo evolutivo. Ora è il momento di capire la nostra posizione. Quale? Che siamo eterni frammenti di Dio.
Krsna dice nella Bhagavadgita (15.7)

mamaivamso jivaloke
jivabhutah sanatanah
manahsasthanindriyani
prakrtisthani karsati

"Gli esseri viventi sono Miei eterni frammenti. Ma essendo condizionati lottano duramente contro i sei sensi, inclusa la mente."

Secondo la propria mentalità, si otterrà un certo tipo di corpo composto di sensi. Il maiale ha una lingua proprio come noi, ma al maiale piace assaggiare le feci con la sua lingua, mentre a noi no. Poiché i nostri corpi sono diversi, le nostre lingue preferiscono godere di sapori differenti.
Durante la nostra vita attuale creiamo un certo tipo di mentalità. Se ci piacciono i cani o i maiali, questa mentalità ci permetterà di avere nella prossima vita i sensi e il corpo di un cane o di un maiale, e gusteremo come un cane o un maiale. Allo stesso modo potremo ottenere il gusto di un deva. Ma il principio del gusto resta lo stesso.
E' in questo modo che vanno le cose e Krsna lo descrive molto ampiamente e con efficacia nella Bhagavad-gita. Arriverà il momento in cui tutti gli esseri umani riceveranno direttamente questa conoscenza da Krsna.
Non interpretatela a capriccio. Prendetela così com'è e approfittatene.
Questo Movimento per la Coscienza di Krsna sta cercando di illuminare la gente con i principi della Bhagavad-gita.
Questi princìpi sono universali, non c'è nessuna restrizione. Non è che non possiate abbracciare la coscienza di Krsna perché non siete brahmana o Indiani o studiosi di sanscrito. No. Krsna dice, mam hi partha vyapasritya ye' pi syuh papayonayah: "Non importa se si è Indiani o brahmana o questo o quello. Anche se si è nati nella classe sociale meno elevata, se ci si arrende a Me, si può raggiungere la perfezione".
Quindi la coscienza di Krsna è universale ed è facile e gioiosa da seguire. Approfittatene e siate felici. Questo è quanto vi chiedo.
Hare Krsna. Grazie molte.















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CAGLIARI 09100
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CATANIA 95128
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I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA

"Questo Mondo Materiale E' Zero"

Questo dialogo tra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada e uno studente universitario, ebbe luogo a Los Angeles sulle rive dell'Oceano Pacifico, nel gennaio del 1974.

Studente: Gli scienziati, i filosofi e gli psicologi di oggi dicono che l'unica autorità che possono accettare è la loro mente.
Srila Prabhupada: In sanscrito sono chiamati manodharmi - speculatori mentali.
Studente: Ma non dobbiamo sperimentare diverse prospettive mentali se vogliamo comprendere il mondo?
Srila Prabhupada: Veramente gli speculatori mentali sono stati condannati  manorathenasati dhavato bahih (Srimad-Bhagavatam 5.18.12)  perché sono facilmente portati altrove dal carro della mente. La mente svolazza, cambiando sempre. Sankalpa-vikalpa: l'occupazione della mente è accettare qualcosa e poi rifiutarla. Questi speculatori mentali stanno proprio facendo questo.
Qualcuno avanza qualche teoria che sarà rifiutata dopo alcuni anni da lui stesso o da qualcun altro. Così, a causa della speculazione, rimanete sul mutevole piano materiale. Non potete avere nessuna idea definita.
Studente: Ma gli scienziati credono fortemente nella loro ricerca. Sono convinti di aver fatto qualcosa di realmente buono per il mondo.
Srila Prabhupada: Gli scienziati pensano: "Questo è cattivo, quello è buono. Non sanno che in questo mondo materiale dire  questo è cattivo, questo è buono  è solo una speculazione mentale, tutto sbagliato.
Non sanno che in questo mondo materiale "cattivo" e "buono" sono la stessa cosa  perché entrambi sono solo materia.
Studente: Come puoi dire che "buono" e "cattivo" sono la stessa cosa?
Srila Prabhupada: Ad esempio, quando passeggiamo per questa strada, a volte diciamo: "Questa è molto buona" e a volte: "Questa è molto cattiva", ma la strada è la stessa. Quindi come fa a essere "buona" e "cattiva"? E' semplice speculazione mentale.
Oggi potremmo dire: "Questa strada è asciutta; è polverosa. Male". Domani potremmo dire: "Questa strada è asciutta; non è per niente fangosa. Bene". E' semplice speculazione mentale.
Studente: E' ancora un po' difficile capire ciò che stai dicendo.
Srila Prabhupada: Faccio un altro esempio. In India i contadini spargono il letame nei campi. Alla fine della giornata il sole ha seccato la parte superiore del concime. Così, quando qualche sciocco vedrà la parte seccata del concime, potrà dire: "Oh, questa parte è molto bella". Dimentica che dopo tutto è letame  quindi qual è la differenza se è secco o umido?
Allo stesso modo gli scienziati stanno facendo grande avanzamento, ma la morte è ancora qui. Quindi dobbiamo chiedere: "Che differenza c'è se fate avanzamento o non lo fate? Una persona che non è avanzata nella scienza morirà, e anche voi cosiddetta gente avanzata morirete. A cosa serve quindi?" Né lo scienziato né la persona comune può proteggere se stesso dalla morte. Allora qual è il significato di "buono"  "Questo è buono" "Questo è avanzamento" o "Questo non è avanzamento"?
Studente: Ma io penso che distinzione tra "buono" e "cattivo" dipenda dalla coscienza dell'individuo.
Srila Prabhupada: "Relatività", la "legge della relatività": "Un cibo per una persona può essere veleno per un'altra". Quindi come potete distinguere se questo è "cibo" o "veleno"? Un uomo dirà: "No, è cibo! " Un altro dirà: "E' veleno!" Come potete distinguerlo? Vedete? Questo "buono" e "cattivo" è sempre speculazione mentale. Poiché si è sul piano materiale non c'è niente di buono.
Tutto quello che gli scienziati e i filosofi stanno facendo è imbrogliare. Loro dicono: "Stiamo avanzando": Su quale strada state
avanzando? Il problema della nascita e della morte è ancora qui  qual è quindi il significato del vostro avanzamento?
Studente: Quindi dobbiamo scendere dal carro della mente?
Srila Prabhupada: Sì, se rimanete sul carro della mente allora qualunque cosa accettiate dovrete poi rifiutarla. E questo è proprio quello che stanno facendo. I cosiddetti scienziati e filosofi avanzano qualche teoria e dopo qualche tempo la rifiutano.
Quindi se rimanete sul piano materiale questa occupazione dell'accettare e del rifiutare andrà avanti. Non arriverete mai a una conclusione finale.
Ci si deve elevare al piano spirituale. Questo è nityah sasvato 'yam  eterno, perenne.
Studente: Stai dicendo che tutto in questo mondo manca di valore?
Srila Prabhupada: Cercate solo di capire.... Può avere valore e significato.
Ad esempio potete mettere assieme migliaia di zero, uno dopo l'altro, ma il valore sarà ancora zero. Non potrà mai diventare uno. Ma se portate un uno dalla parte dello zero, diventerà subito dieci.... Aggiungete un altro zero e avrete immediatamente cento. Lo avete aumentato di dieci volte. Ma quell'uno dev'essere qui  quell'uno è ekam brahma, l'uno Spirito Supremo. Allora lo zero aumenterà il suo valore. Allo stesso modo questo mondo materiale è zero. Cattivo.
Ma se vi è la coscienza di Krsna allora ha valore.
Solo allora ha valore.
Studente: Il carro della mente non ha alcun valore?
Srila Prabhupada: No, non ha nessun valore.
Studente: Ma l'intera filosofia occidentale ...
Srila Prabhupada: Manorathenasati dhavato bahih: con la speculazione mentale rimarrete in questo campo temporaneo.
Asat significa "ciò che non esiste". Prendete qualcosa in questo mondo materiale  un giorno non esisterà. Tutti lo sanno. Viene costruito un grattacielo ma tutti sanno che non esisterà: un giorno cadrà giu. Tutti lo sanno. Non potrà durare.
Perciò Prahlada Maharaja dice: mayasukhaya bharam udvahato vimudhan: per la felicità illusoria la gente fa enormi, magnifici piani e lavora giorno e notte. Per qualcosa che sarà zero. E' iniziata come zero e finirà come zero: nel frattempo sono occupati. Guardate!
Per questo sono vimudhan  sciocchi e mascalzoni.















Libri

SRIMADBHAGAVATAM

Primo Canto: "La Creazione"

CAPITOLO UNO

Le domande dei saggi

Questa è la continuazione della presentazione dello Srimad-Bhagavatam, il grande classico spirituale dell'India scritto 5000 anni fa da Krsna Dvaipayana Vyasa, e ora presentato in una nuova traduzione con il commento di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Lo SrimadBhagavatam fornisce la chiave perché l'umanità possa diventare unita nella pace, nella prosperità e nell'amicizia concentrandosi su una causa comune. Questa causa comune è l'unità spirituale di tutti gli esseri viventi, e lo SrimadBhagavatam presenta un'ideologia rivoluzionaria che è la base per la rispiritualizzazione della società. Nel mondo d'oggi non c'è mancanza di avanzamento scientifico, ciò che manca è la conoscenza della scienza di Dio. Quindi, in un mondo che soffre per la discordia universale, per l'ansietà e la confusione, non c'è letteratura più importante di questo radioso SrimadBhagavatam. Se volete ricevere l'intera serie di volumi dello SrimadBhagavatam scrivete alla BBT Italia.



VERSO 2


dharmah projjhitakaitavo 'tra paramo nirmatsaranam satam
vedyam vastavam atra vastu sivadam tapatrayonmulanam
srimadbhagavate mahamunikrte kim va parair isvarah
sadyo hrdy avarudhyate 'tra krtibhih susrusubhis tatksanat

dharmah: atti religiosi; projjhita: completamente rifiutati; kaitavah: velati dall'intenzione di trarne qualche frutto; atra: qui; paramah: il più alto; nirmatsaranam: di coloro che hanno il cuore perfettamente puro; satam: i devoti; vedyam: comprensibile; vastavam: reale; atra: qui; vastu: sostanza; sivadam: che dà benessere; tapatraya: le tre forme di sofferenza; unmulanam: che sradica; srimat: meraviglioso; bhagavate: il Bhagavata Purana; mahamuni: il grande saggio (Vyasadeva); krte: avendo compilato; kim: che è; va: la necessità; paraih: altri; isvarah: il Signore Supremo; sadyah: subito; hrdi: nel cuore; avarudhyate: diventa attaccato; atra: qui; krtibhih: dagli uomini virtuosi; susrusubhih: ascoltando bene; tatksanat: senza indugio.



TRADUZIONE

Questo Bhagavata Purana, del tutto contrario a ogni atto religioso motivato da desideri materiali, rivela la verità più alta, accessibile ai devoti dal cuore puro. Questa verità suprema è la pura realtà, distinta dall'illusione per il bene di tutti; essa mette fine
alle tre forme di sofferenza. Questo magnifico Bhagavatam, compilato dal grande saggio Vyasadeva [nella sua maturità], è sufficiente per la realizzazione di Dio. Che bisogno c'è di altre Scritture? Colui che ascolta il messaggio del Bhagavatam in modo attento e sottomesso si lega fermamente al Signore Supremo.



SPIEGAZIONE

La religione comporta quattro fattori fondamentali: le attività pie, lo sviluppo economico, la soddisfazione dei sensi e, infine, la liberazione dai legami della materia. La vita irreligiosa, invece, è una condizione barbara. La vera vita umana comincia con la religione. Mangiare, dormire, riprodursi, aver paura e difendersi sono le quattro attività proprie della vita animale e presenti anche nell'uomo. Ciò che distingue l'uomo dall'animale è dunque questa funzione complementare rappresentata dalla religione. Senza religione la vita umana non è meglio di quella animale. Perciò, nelle società umane si riscontrano differenti forme di religione, che mirano a realizzare il sé spirituale e si basano sulla relazione eterna che unisce l'uomo a Dio.
Ai livelli inferiori di civiltà umana esiste una lotta costante per dominare la natura materiale, una competizione ininterrotta per la soddisfazione dei sensi. Spinto da questo desiderio, l'uomo si volge verso la religione e comincia a compiere attività pie o cerimonie religiose per trarne benefici materiali; se però trova altri modi per ottenere questi benefici, trascura la religione. Questa è la situazione della società attuale. L'uomo conosce ora la prosperità economica, perciò la religione non lo interessa più molto. Templi, chiese e moschee sono praticamente deserti ai giorni nostri. La gente preferisce volgersi verso le industrie, i negozi e i cinema piuttosto che frequentare i luoghi di culto costruiti dai loro padri. Ciò dimostra che la religione è praticata quasi sempre al fine di ottenere qualche vantaggio materiale, perché l'acquisizione di ricchezze è necessaria alla soddisfazione dei sensi. Tuttavia quando questa corsa al piacere dei sensi si conclude in una frustrazione sempre maggiore, allora si desidera intraprendere la via della salvezza per diventare Uno con il Signore Supremo. Per conseguenza queste quattro pratiche non sono altro che la ricerca di nuove fonti di piacere per i sensi.
I Veda raccomandano la pratica di queste attività, ma con precise restrizioni regolatrici allo scopo di evitare ogni vana corsa alla gratificazione dei sensi. Ma lo SrimadBhagavatam è trascendentale a tutte queste attività per la gratificazione dei sensi. Questo testo è completamente trascendentale e può essere compreso soltanto dai puri devoti del Signore, coloro che hanno abbandonato ogni ricerca competitiva di gratificazione dei sensi. Nel mondo materiale una viva combattività oppone gli animali tra loro, e ciò vale anche per gli uomini, le società, le nazioni. Il devoto invece si eleva al di sopra di tali rivalità. Non invidia niente di ciò che credono di possedere i materialisti, perché è sulla via del ritorno a Dio, dove la vita è completa eternità e felicità. I veri trascendentalisti hanno il cuore puro e non nutrono alcuna invidia. Nel mondo materiale regna l'invidia: da qui nasce la rivalità. I trascendentali devoti del Signore, invece, non soltanto sono liberi da ogni invidia materiale, ma desiderano anche il bene di tutti e si sforzano di stabilire una società senza contrasti, con Dio al centro. L'ideale socialista contemporaneo di una società senza antagonismi è artificiale, perché nello stato socialista esiste sempre una lotta spietata a livello dirigente. La base dell'esistenza materiale rimane sempre il piacere dei sensi, sia che l'uomo svolga le comuni attività umane o intraprenda le tre vie d'azione raccomandate dai Veda (l'azione interessata compiuta per raggiungere i pianeti con migliori condizioni di vita, il culto degli esseri celesti praticato per raggiungere i loro rispettivi pianeti, e la realizzazione dell'aspetto impersonale della Verità Assoluta per fondersi in Essa).
L'aspetto impersonale della Verità Assoluta non è il più elevato. Superiori sono l'aspetto Paramatma, o "localizzato" della Verità Assoluta, e l'aspetto Bhagavan, o personale. Lo SrimadBhagavatam ci fa conoscere la Verità Assoluta nella Sua forma personale, e si situa quindi a un livello più alto di quello a cui mirano tutti i testi impersonalisti. Supera anche le divisioni karmakanda, jnanakanda e upasanakanda dei Veda, perché insegna l'adorazione al Signore Supremo, Sri Krsna. La via del karmakanda è per colui che ha l'ambizione di raggiungere i pianeti superiori e godere così di piaceri materiali più grandi; le vie del jnanakanda e dell'upasanakanda si fondano anch'esse sull'ambizione. Lo SrimadBhagavatam, invece, trascende tutte queste vie, essendo esclusivamente centrato sulla Verità Suprema, che rappresenta la sostanza fondamentale, la radice, la fonte di ogni categoria o manifestazione. Con lo studio dello SrimadBhagavatam si può giungere a conoscere sia la sostanza —la Verità Assoluta, il Signore Supremo—sia le categorie, cioè le diverse espansioni della Verità Assoluta, che sono tutte manifestazioni relative all'energia del Signore.
Niente è separato dalla sostanza, ma le diverse energie, o categorie, rimangono pur sempre distinte da questa sostanza. Il concetto corrispondente secondo cui tutto è simultaneamente Uno e differente non è contraddittorio, e lo SrimadBhagavatam permette di comprendere in modo chiaro questa filosofia dei Vedantasutra, che hanno inizio con il sutra "janmady asya". Questa conoscenza, che permette di comprendere che il Signore Supremo è contemporaneamente differente e non differente dalle Sue energie, è una risposta al tentativo degli speculatori mentali di stabilire che l'energia è l'Assoluto. Con questa conoscenza si possono scoprire i difetti della teoria monistica e dualistica. Lo sviluppo di questa coscienza trascendentale, basata sulla perfetta comprensione che tutto è simultaneamente Uno e differente, conduce subito alla liberazione dalle tre forme di sofferenza. Le tre forme di sofferenza sono: 1) le sofferenze causate dal corpo e dalla mente, 2) le sofferenze inflitte da altri esseri viventi, 3) le sofferenze causate da catastrofi naturali su cui non abbiamo controllo.
Lo SrimadBhagavatam comincia con l'abbandono del devoto alla Persona Assoluta. Il devoto è pienamente cosciente di essere Uno con l'Assoluto, e allo stesso tempo di occupare la posizione di servitore eterno dell'Assoluto. Nella concezione materiale, l'individuo pensa falsamente di essere il signore di tutto ciò che lo circonda, e deve così subire gli attacchi ripetuti delle tre forme di sofferenza, ma quando prende coscienza della sua vera condizione di servitore trascendentale, si libera subito da ogni sofferenza. Finché l'essere cerca di controllare la natura materiale, non ha possibilità di diventare servitore del Supremo, perché il servizio offerto al Signore dev'essere svolto in pura coscienza della propria identità spirituale; ma non appena egli serve così il Signore, si libera da ogni difficoltà materiale.
In sostanza, lo SrimadBhagavatam è il commento personale di Vyasadeva sul Vedantasutra. Egli compilò lo Srimad-Bhagavatam dopo aver raggiunto la maturità spirituale per la grazia del suo maestro Narada. Sri Vyasadeva è un avatara, una
manifestazione autentica di Narayana, il Signore Supremo. La sua autorità non è dunque da mettersi in dubbio. Egli è l'autore di tutti i Testi vedici, tuttavia raccomanda in particolare lo studio dello SrimadBhagavatam. I vari Purana presentano differenti modi di rendere culto agli esseri celesti, mentre il Bhagavata Purana menziona soltanto il Signore Supremo. Il Signore Supremo costituisce infatti il corpo totale, e gli esseri celesti sono le differenti parti di questo corpo. Perciò colui che adora direttamente il Signore Supremo non ha alcun bisogno di adorare gli esseri celesti. Come risultato di tale adorazione, il Signore Si fissa subito nel cuore del devoto. Perciò Sri Caitanya Mahaprabhu ha definito lo SrimadBhagavatam il Purana immacolato, distinguendolo così da tutti gli altri Purana.
Il metodo adatto per cogliere il messaggio di quest'opera sublime è di riceverlo con un ascolto sottomesso. Un atteggiamento di sfida non sarà di alcun aiuto. Il termine usato in questo verso per dirigerci sulla buona strada è susrusu che indica la necessità di avere un grande desiderio di ascoltare questo messaggio trascendentale. Questo sincero desiderio è la prima qualità richiesta. Le persone meno fortunate non provano alcun interesse per l'ascolto dello SrimadBhagavatam, perché anche se il metodo è molto semplice, la sua applicazione è difficile. La gente sfortunata trova il tempo per chiacchiere inutili, per conversazioni di ordine mondano, politico o altro, ma quando è invitata ad ascoltare lo SrimadBhagavatam in compagnia dei devoti diventa subito restia. Altri ancora, leggendo per professione lo SrimadBhagavatam, si affrettano a immergersi nel racconto dei divertimenti intimi del Signore, a cui danno più o meno il valore di favole erotiche. Ma lo SrimadBhagavatam dev'essere ascoltato dall'inizio.
Questo verso descrive coloro che sono in grado di assimilare l'opera quando dichiara che ci si qualifica ad ascoltare lo Srimad-Bhagavatam dopo aver compiuto numerose attività pie. Il grande saggio Vyasadeva assicura a ogni uomo d'intelligenza e di giudizio che potrà direttamente realizzare la Persona Suprema con l'ascolto dello SrimadBhagavatam. Così, senza dover superare le varie tappe di realizzazione spirituale menzionate nei Veda, ci si può immediatamente elevare al livello di paramahamsa; è sufficiente accettare di ricevere questo messaggio.



VERSO 3


nigamakalpataror galitam phalam
sukamukhad amrtadravasamyutam
pibata bhagavatam rasam alayam
muhur aho rasika bhuvi bhavukah

nigama: le Scritture vediche; kalpataroh: l'albero dei desideri; galitam: perfettamente maturo; phalam: frutto; suka: Srila Sukadeva Gosvami, il primo a narrare lo Srimad-Bhagavatam; mukhat: dalle labbra di; amrta: nettare; drava: sodo e morbido, quindi facile da ingoiare; samyutam: perfetto da tutti i punti di vista; pibata: gustatelo; bhagavatam: il libro sulla scienza dell'eterna relazione tra gli esseri individuali e il Signore Supremo; rasam: succo (ciò che è gustoso); alayam: fino alla liberazione, o persino sul piano liberato; muhuh: sempre; aho: o; rasikah: coloro che sono esperti nella scienza dei dolci sentimenti; bhuvi: sulla Terra; bhavukah: competenti e riflessivi.



TRADUZIONE

O uomini d'intelligenza, gustate lo SrimadBhagavatam, il frutto maturo dell'albero dei desideri della letteratura vedica. Questo tenero frutto dal sapore di nettare ha toccato le labbra di Sri Sukadeva Gosvami, e ha preso così un gusto ancora più soave, anche per le anime liberate.



SPIEGAZIONE

I primi due sloka hanno dimostrato in modo definitivo che lo SrimadBhagavatam è il Testo sublime per eccellenza, che supera, per le sue qualità trascendentali, tutti gli altri Testi vedici. Trascende ogni attività e conoscenza materiale. Il terzo sloka aggiunge che lo SrimadBhagavatam non è solo una Scrittura di ordine superiore, ma anche il frutto maturo di tutta la letteratura vedica. In altre parole, costituisce la crema della conoscenza vedica. Merita dunque che lo si ascolti in modo paziente e sottomesso. E' infatti essenziale riceverne il messaggio e gli insegnamenti con grande rispetto e costante attenzione.
I Veda sono paragonati a un albero dei desideri perché contengono tutta la conoscenza accessibile all'uomo, sia sul piano delle necessità materiali sia su quello della realizzazione spirituale. I Veda racchiudono tutta la conoscenza e le leggi relative alla vita sociale, politica, religiosa, economica e militare, oltre alla medicina, alla chimica, alla fisica e alla metafisica, in breve tutto ciò che è richiesto per mantenere l'armonia del corpo e dell'anima, ma soprattutto contengono direttive precise sulla realizzazione spirituale. Lo sviluppo sistematico della conoscenza implica un'elevazione graduale dell'essere vivente fino al piano spirituale, e la più alta realizzazione spirituale consiste nel capire che Dio, la Persona Suprema, è il ricettacolo di tutte le emozioni spirituali.
Da Brahma, prima creatura dell'universo, fino all'insignificante formica, ogni essere vivente desidera trarre qualche emozione dalle proprie percezioni sensoriali. Questi piaceri dei sensi sono detti rasa. Esistono molte varietà di rasa, ma le Scritture li raggruppano in dodici categorie: 1) srngara, sentimento amoroso; 2) vatsalya, affetto dei genitori; 3) sakhya, amicizia, affetto fraterno; 4) dasya, servizio; 5) santa, neutralità; 6) raudra, collera; 7) adbhuta, stupore; 8) hasya, finzione; 9) vira, coraggio; 10) daya, compassione; 11) bhayanaka, paura, orrore; 12) bibhatsa, sconvolgimento.
La somma di questi rasa esprime il concetto di affetto, di amore. Le espressioni principali dell'amore sono l'adorazione, il servizio, l'amicizia, l'affetto dei genitori e i sentimenti coniugali; quando queste espressioni sono assenti, l'amore si manifesta per vie indirette, attraverso la collera, lo stupore, la finzione, il coraggio, la compassione, la paura o lo sconvolgimento. Per esempio, quando un uomo si lega a una donna, la loro relazione si basa su sentimenti amorosi, o srngararasa, ma se i loro rapporti si deteriorano, il rasa d'amore può mischiarsi con la meraviglia, la collera, lo sconvolgimento, perfino con l'orrore, o anche trasformarsi in un altro rasa. Si vedono talvolta relazioni amorose concludersi in crimini orribili. I rasa si scambiano sempre tra esseri della stessa specie. Non può esserci uno scambio di rasa tra un uomo e una bestia, o un altro essere qualsiasi, e viceversa. Ma l'anima spirituale partecipa della stessa natura del Signore Supremo, fa Uno con Lui sul piano qualitativo. Perciò gli scambi di rasa trovano la loro origine, e anche la loro manifestazione totale, completa al livello assoluto, tra l'essere individuale e il Tutto spirituale, il Signore Supremo.
Gli sruti mantra, o inni vedici, descrivono il Signore Supremo come "la sorgente di tutti i rasa". Quando l'essere individuale entra in contatto col Signore Supremo, scambiando con Lui il rasa naturale ed eterno che li unisce, trova la vera felicità. Gli stessi sruti mantra insegnano che ogni essere vivente, nella sua condizione originale, è fatto per scambiare un particolare rasa con il Signore Supremo. Ma per ritrovare la pienezza di questo stato originale è necessario raggiungere la liberazione, poiché nell'esistenza materiale il rasa si trova solo in una forma temporanea e distorta. Perciò nel mondo materiale i rasa assumono risvolti materiali come la collera (raudra) o altri dello stesso tipo. Chi sviluppa una conoscenza approfondita dei vari rasa che sono alla base di ogni azione, può comprendere che i rasa del mondo materiale sono soltanto un riflesso deformato di quelli originali del mondo spirituale. Il vero erudito aspira a gustare il puro rasa, nella sua forma spirituale. A un livello inferiore, altri desiderano semplicemente fondersi nell'Assoluto, ma finché non avranno conoscenza dei diversi rasa, neanche i più intelligenti tra i trascendentalisti riusciranno a superare questa identificazione col Tutto spirituale.
Questo sloka spiega che il rasa spirituale, fonte di gioia anche per le anime liberate, può essere gustato con lo studio dello SrimadBhagavatam, perché questa Scrittura sublime è il frutto maturo dell'albero della conoscenza vedica. Ascoltando con sottomissione questo Testo trascendentale si può giungere all'apice della gioia e soddisfare ogni desiderio del cuore. Tuttavia dobbiamo preoccuparci di ricevere questo messaggio da una fonte sicura, nello stesso modo in cui fu ricevuto in origine. Narada Muni lo portò dal mondo spirituale e lo trasmise al suo discepolo Sri Vyasadeva, che a sua volta lo trasmise a suo figlio Srila Sukadeva Gosvami, che lo comunicò a Pariksit Maharaja, sette giorni prima della morte di questo re. Srila Sukadeva Gosvami era un'anima liberata fin dalla nascita, e perfino nel grembo di sua madre; non ricevette quindi alcuna formazione spirituale dopo la sua venuta al mondo. Appena nati non si è sviluppati né materialmente né spiritualmente, ma Sri Sukadeva Gosvami, anima già perfettamente liberata, non aveva bisogno di sottostare a nessun metodo di realizzazione spirituale. Sebbene totalmente liberato e situato al livello trascendentale, al di là delle tre influenze materiali, egli si sentì attratto dal sublime rasa che si gusta vicino al Signore Supremo, adorato dalle anime liberate col canto degli inni vedici. I divertimenti del Signore sono infatti più affascinanti per l'anima liberata che per l'uomo comune. Ne consegue che la Verità Assoluta non può essere impersonale, perché lo scambio di rasa è possibile solo tra persone.
Sukadeva Gosvami narra in modo sistematico i divertimenti trascendentali del Signore nei versi dello SrimadBhagavatam; egli rende l'argomento attraente per tutti, compresi coloro che cercano soltanto di raggiungere la liberazione e fare Uno col Tutto Supremo. In sanscrito, il termine suka indica un pappagallo il cui becco rosso ha il potere di accrescere il dolce sapore del frutto maturo che assaggia. Così, il frutto maturo e gustoso della conoscenza vedica prende un sapore ancora più soave quando è toccato dalle labbra di Srila Sukadeva Gosvami. Egli è paragonato a un pappagallo non per la sua abilità di ripetere lo SrimadBhagavatam così come gli fu trasmesso dal suo erudito padre, ma per l'arte di presentare l'opera in un modo tale che tutti gli uomini, di qualsiasi condizione, siano affascinati dal suo messaggio.
Inoltre, Srila Sukadeva Gosvami espone l'opera in modo da permettere a ogni persona sincera che l'ascolti con sottomissione di provare subito emozioni trascendentali, completamente distinte dai sentimenti pervertiti del mondo materiale. Questo frutto maturo non è caduto brutalmente da Krsnaloka, il pianeta supremo. E' stato trasportato con grande cura, senza alcun urto, senza essere affatto deformato, attraverso la catena di maestri spirituali. La gente sciocca, che non appartiene alla successione di maestri spirituali, commette gravi errori quando tenta di capire il mistero del più alto tra i rasa trascendentali, manifestato attraverso la danza rasa, senza seguire le tracce di Sukadeva Gosvami. Questi, infatti, presenta con grande cura il frutto del Bhagavatam, e assicura al lettore il progresso, passo dopo passo, verso la più alta realizzazione spirituale. Si dovrebbe essere dunque abbastanza intelligenti da riconoscere allo SrimadBhagavatam il suo giusto valore, ispirandosi a maestri come Sukadeva Gosvami, che impiegano tanta cura nel rivelare questa conoscenza. Il metodo usato dalla successione di maestri nella scuola bhagavata suggerisce che anche in futuro lo SrimadBhagavatam dev'essere ricevuto da una persona che sia veramente un rappresentante di Srila Sukadeva Gosvami.
(continua nel prossimo numero)















La Nostra Eredità Vedica
COME
KRSNA
VENNE A
UDUPI
La straordinaria narrazione
dell'incontro tra uno dei più grandi santi
dell'India e una splendida
Divinità di Krsna dei tempi passati

di KUNDALI DASA

La città santa di Udupi si trova sul Mare Arabico nello Stato meridionale indiano di Karnataka. La città è famosa come luogo di pellegrinaggio grazie al tempio di Sri KrsnaMatha. Questo tempio fu fondato da Madhvacarya (1238-1317), uno dei più grandi santi, filosofi e riformatori religiosi dell'India. Si dice che Udupi avesse raggiunto il livello di Vaikuntha, il regno di Dio, perché Dio, la Persona Suprema, giunse là e vi rimase per rispondere al desiderio del Suo puro devoto, Madhvacarya.
Ancora prima del tempo di Madhva, Udupi era famosa come luogo santo. Da un capo all'altro dell'India la gente veniva spesso qui in pellegrinaggio perché Udupi era il centro della cultura vedica e la sede di due antichi templi, Sri Anantesvara e Sri Candramaulesvara. Nel tempio di Anantesvara, il più famoso dei due, si diceva che Sri Visnu e la Sua espansione personale, Anantasesa, vivessero all'interno dello Sivalinga, la forma divina di Siva, che è l'essere celeste più potente e il più grande devoto di Visnu, o Krsna. Sri Candramaulesvara è un tempio di Siva e ha questo nome perché Siva porta sul capo la luna crescente (candra). Non si sa molto di Udupi sull'epoca precedente all'arrivo di Madhva, tranne che il nome della città, Udupi, deriva da "Udupa", un altro nome di Siva che significa "colui che porta la luna sul capo".
Prima che fosse fondato il tempio di KrsnaMatha, Sri Madhvacarya era collegato col tempio di Sri Anantesvara. Qui egli era solito dare udienza incantando condotti discorsi sulla Coscienza di Krsna. All'interno della cinta del tempio era solito tenere dibattiti con studiosi che si opponevano alla devozione pura per Sri Krsna, considerato il fine supremo della conoscenza vedica. Madhva non perse mai un dibattito. Dopo aver fondato la Sri Krsna Matha, Madhva ne fece il centro di tutte le sue attività. E' ancora tradizione, tuttavia, che i pellegrini vadano prima a Candramaulesvara e offrano i loro rispetti a Siva, poi vadano ad Anantesvara per offrire i rispetti a Sri Visnu, e infine attraversino la strada per andare ad adorare la Divinità originale di Madhvacarya, Sri Bala Krsna, Dio, la Persona Suprema nella forma di bambino.
La stupefacente storia che narra come la Divinità di Bala Krsna attraversasse l'Oceano dalla lontana Dvaraka, situata nel NordOvest dell'India per recarsi nel Sud, a Udupi, è narrata nel Madhvavijaya, la biografia di Srila Madhvacarya. Madhva voleva avere un tempio per Sri Krsna a Udupi; i devoti così avrebbero potuto adorare il Signore ed elevare le loro anime.
Accadde che a Dvaraka, una delle principali località dove si svolsero i divertimenti di Krsna sulla terra cinquemila anni fa, una Divinità giacesse nascosta in una grande massa di argilla gopicandana (la creta gialla che i vaisnava usano per segnare il loro corpo appena lavato). Nessuno sapeva che la Divinità Si trovasse là, ma poiché la massa di argilla era troppo pesante, alcuni marinai la caricarono come zavorra sulla loro imbarcazione mercantile. Durante il viaggio verso il Sud, proprio sulla costa di Udupi, si levò una tempesta che fece arenare la barca su una duna di sabbia.
Proprio quel giorno Srila Madhva-acarya, assorto nel comporre il Dvadasastotra, il suo famoso poema in dodici parti che glorifica Sri Krsna, era andato sulla spiaggia a fare il bagno o, come dicono alcuni, a ricevere il Signore. Vedendo che la barca si era saldamente impigliata nella duna di sabbia e udendo le grida dei marinai in preda all'ansia, Srila Madhvacarya agitò la sua veste in loro direzione. Questo gesto placò la tempesta e la nave galleggiò libera. Allora Madhva guidò la barca verso la salvezza. Ansioso di manifestargli il suo apprezzamento, il capitano offrì a Madhva qualunque cosa desiderasse del suo carico, e Madhva scelse la pesante massa di argilla gopi-candana.
I discepoli di Madhvacarya erano appena partiti per tornare a Udupi con l'enorme massa di argilla quando, a breve distanza dalla spiaggia, la massa cretosa si spezzò in due rivelando la bellissima Divinità del Signore Bala Krsna. Tuttavia lo sforzo congiunto dei trenta discepoli di Madhva non riusciva più a muovere la Divinità. Solo quando Madhvacarya stesso abbracciò e sollevò la Divinità, come se fosse un bambino, la Divinità acconsentì a essere rimossa. In grande estasi trascendentale Madhva trasportò il Signore per quattro miglia, fino a Udupi.
Sulla via completò le restanti sette parti del Dvadasastotra recitando i versi ad alta voce. Tornato a Udupi, Madhva fece il bagno al Signore nel lago conosciuto come Madhvasarovara e poi Lo installò nel Tempio di Sri Krsna Matha. Srila Madhvacarya fissò un livello di adorazione molto elevato per Sri Krsna, e dovunque si trovasse, a Udupi, compiva di persona le tredici cerimonie giornaliere di offerta al Signore.
Come accadde che la Divinità di Bala Krsna restasse sepolta a Dvaraka è narrato nel Prameyanavamalikatika, un'opera del diciassettesimo secolo, composta da Raghuvarya Tirtha, un acarya della successione che discende da Srila Madhvacarya. Una volta, al tempo in cui Sri Krsna manifestò i Suoi divertimenti sulla Terra, madre Devaki si lamentò col
Signore per la sfortuna di non essere stata testimone dei Suoi divertimenti d'infanzia a Vrndavana. Devaki supplicò il Signore di renderla felice e fortunata come madre Yasoda manifestandole alcune azioni e birichinate della Sua infanzia.
Per dare piacere alla Sua pura devota, Dio, la Persona Suprema, assunse la forma di un bambino e Si arrampicò sulle ginocchia di Devaki. Più tardi, quando Devaki andò a frullare il burro, Krsna, agendo come un bambino comune che fa il birichino, ruppe la zangola, mangiò il burro e imbrattò completamente di burro il Suo corpo trascendentale, poi afferrò dalle mani di Devaki il bastone e la corda della zangola. Dopo esserSi divertito così per qualche tempo, il Signore riprese nuovamente la Sua forma abituale di eterna giovinezza. Madre Devaki trasalì per l'emozione intensa di vedere questo divertimento infantile del Signore.
La regina Rukmini-devi, la consorte di Krsna, assistette a questi divertimenti, e il comportamento birichino del Signore e il Suo aspetto infantile la incantarono. Per tenerne sempre vivo il ricordo, si fece costruire una Divinità di Krsna bambino che regge il bastone e la fune della zangola. La regina Rukmini cominciò ad adorare regolarmente questa Divinità. Più tardi, quando il Signore fu tornato al cielo spirituale col Suo seguito, Arjuna depose la Divinità in un luogo chiamato Rukminivana. Nel corso dei secoli la Divinità restò completamente coperta d'argilla e rimase in quella condizione nei pressi di Dvaraka finché alcuni marinai mercanti non La portarono a Udupi, da Madhvacarya.
Prima della sua partenza da questo mondo, Srila Madhvacarya affidò a otto dei suoi discepoli sannyasi il compito di curarsi dell'adorazione nel tempio di Sri Krsna Matha e di continuare la diffusione della Coscienza di Krsna nella regione. Oggi la responsabilità di tale adorazione è affidata a rotazione in periodi biennali, detti paryaya, a otto sannyasi nella successione di discepoli che discendono dagli otto originari. Durante i quattordici anni di intervallo tra i turni del paryaya ogni sannyasi viaggia, predica e raccoglie fondi da utilizzare al momento del suo turno di adorazione. Durante il suo paryaya egli compie di persona i tredici servizi rituali giornalieri per la Divinità.
Ogni sannyasi inoltre dirige il suo matha, dove sono adorate altre Divinità, che erano state affidate da Madhvacarya ai devoti originari. Questi otto matha sono situati nella Car Street, una via che gira intorno ai templi di Candramaulesvara e di Anantesvara e prosegue diritta verso l'entrata principale dellaa Sri Krsna Matha. La Car Street è la via lungo la quale si svolgono le parate rappresentate nelle pagine di apertura di questo articolo. Secondo il significato che si dà alla celebrazione del festival si usa un carro, oppure tutti e tre. Un quarto carro, completamente rivestito di argento, è usato in festival di particolare rilievo.
Completata da elefanti decorati e da banda musicale, si può dire che la parata notturna a Car Street nella città di Udupi sia un evento quotidiano. Residenti e pellegrini girano in massa per vedere il Signore che sovrasta dal Suo carro e sorride misericordiosamente ai devoti che Lo adorano. La processione si ferma a intervalli lungo la strada e il Signore è trattenuto dalle esibizioni pirotecniche o adorato dalle offerte dei Suoi numerosi devoti. Le parate hanno inizio alle otto di sera e generalmente si concludono più tardi delle nove e trenta.
Il fatto di assistere all'entusiastica devozione dei residenti di Udupi rallegra il cuore di ogni devoto. Anche il cuore indurito di un nondevoto può esserne toccato. Udupi è uno dei pochi luoghi rimasti dell'India dove le tradizioni devozionali e spirituali, per le quali l'India è famosa, sono rimaste praticamente intatte. Tale atmosfera devozionale è il sintomo principale del mondo spirituale.
Così, un epiteto adatto a Udupi è "il regno di Dio sulla terra".

Nota: L'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna (ISKCON) appartiene alla sampradaya, ossia alla linea di maestri, che discende da Madhvacarya attraverso la Gaudiya vaisnava, la scuola bengalese dei devoti di Krsna. I membri della ISKCON sono collegati alla Madhvasampradaya attraverso Laksmipati Tirtha, un Madhvaita che iniziò Madhavendra Puri, il grande maestro spirituale di Sri Caitanya Mahaprabhu. Srila Prabhupada, fondatore e maestro spirituale del movimento Hare Krsna, è l'undicesimo nella linea di maestri che discende da Sri Caitanya. Grazie a questa connessione con Madhva, Udupi conserva un particolare riguardo per i devoti di Krsna.
Questa è la località dove uno degli acarya precedenti predicò coraggiosamente la coscienza di Krsna, la Verità Assoluta, e liberò molte anime condizionate dall'illusione e dall'ignoranza.



figure:
Le parate serali sono una parte eccitante della vita di Udupi. I devoti di Krsna tirano i carri che trasportano le Divinità del Signore lungo Car Street.

Alla recezione di gala per la processione,
Sua Santità Visvesa Tirtha,
l'attuale paryaya svami della Sri Krsna
Matha, offre dolci di riso ai buoi.
Al termine del viaggio, i pellegrini
avranno viaggiato per quattromila miglia.

La processione durata diciotto mesi
dei devoti del Movimento Hare Krsna
nei luoghi sacri visitati cinquecento anni fa
da Sri Caitanya.

Nei giorni di festival
che onorano le varie
manifestazioni di Krsna,
la Divinità indossa un vestito
che la fa somigliare a quella
particolare manifestazione.

A destra, il Signore appare
come Matsya, l'avataraPesce
che salvò i Veda da una vasta
inondazione mentre Si divertiva
nell'immensa distesa d'acqua.
Fotografie alla Divinità
sono permesse solo raramente.

Usando un palanchino d'oro (a sinistra), i sacerdoti trasportano la divinità
utsava (festival) dall'altare alla Car Street.
Poi la Divinità è istallata sul Suo trono situato su un carro d'argento (sotto).
Le parate serali durano circa due ore, e i residenti e i
pellegrini si riuniscono per
vedere il Signore che
sovrasta dal Suo carro.

All'interno delle mura di cinta del tempio, il tranquillo Madhva sarovara è il tradizionale luogo dove si vanno a bagnare i sacerdoti.








Madhva

Per dodici anni Madhyageha Bhatta viaggiò regolarmente per coprire la distanza di otto miglia che separa il villaggio di Belle da Udupi. Là c'è un tempio di Anantesvara, dove egli si recava a pregare per avere un figlio. Un giorno un devoto in stato di trance si arrampicò sull'asta della bandiera e annunciò che per ristabilire i puri principi della religione molto presto sarebbe nato un maschio, un figlio di Vayu, l'essere celeste che presiede all'aria.
Madhyageha comprese nel suo cuore che questo bambino sarebbe stato suo figlio. Ben presto sua moglie, Vedavati, partorì un figlio e la coppia felice lo chiamò Vasudeva.
Fin dall'infanzia Vasudeva manifestò una straordinaria intelligenza, tanto che a cinque anni ricevette l'iniziazione brahminica, tre anni prima del tempo. Tutto ciò che egli ascoltava o leggeva, anche una sola volta, rimaneva nella sua memoria. Il suo corpo era eccezionalmente forte, luminoso e bello.
A undici anni Vasudeva lasciò la casa per andare a vivere a Udupi insieme con Acyutapreksa, un asceta di ampia fama per la sua erudizione e la sua santità. Dopo un anno, nonostante le decise proteste del padre, Vasudeva rinunciò al mondo. Acyutapreksa lo chiamò Purnaprajna.
Meno di quaranta giorni più tardi, dopo aver accettato il sannyasa, Purnaprajna sconfisse, in un dibattito pubblico, Vasudeva Pandita, un famoso saggio errante. Il pandita era noto per la sua cavillosa abilità dialettica, ma non fu un avversario per il giovane Purnaprajna. Il pandita parlò per tre giorni e nessuno osava confutare le sue conclusioni. Purnaprajna stupì la folla accettando la sfida. Dapprima, per mostrare che aveva il pieno possesso delle conclusioni, ripeté parola per parola le argomentazioni del pandita. Poi, una dopo l'altra, le confutò. La sua vittoria fu argomento di conversazione in tutta Udupi. Acyutapreksa lo chiamò Anandatirtha come riconoscimento della sua padronanza del Vedanta. La fama dell'abilità dialettica del giovane asceta di Udupi si diffuse in lungo e in largo. Sfidanti e ammiratori si diressero verso la città. Buddhisagara e Vadisimha, due buddisti che avevano convertito molte persone alla loro fede, sfidarono Anandatirtha. Dopo una lunga giornata di schermaglie, promisero che sarebbero tornati il giorno dopo, ma la notte stessa partirono di nascosto da Udupi.
Anandatirtha partì per un viaggio nel Sud dell'India. Gli eventi più rilevanti nel corso di questo viaggio furono gli incontri con Vidyasankara Swami, il successore diretto di Sripada Sankaracarya, che era l'originale sostenitore della teoria monistica della Verità Assoluta. Alcuni dogmi fondamentali della filosofia di Sankaracarya sono i seguenti: Dio e l'anima sono identici; l'Assoluto impersonale, privo di forma e di sensi è la sola realtà; ogni altra cosa è illusione, e le incarnazioni di Dio sono prodotti dell'illusione. Anandatirtha aveva grande familiarità con questa dottrina e ne conosceva a fondo i punti deboli. Con fermezza e coraggio egli sfidò il venerato Vidyasankara e ne seguì un feroce dibattito. Vidyasankara non poté battere il suo oppositore, ma rifiutò di accettare la sconfitta. A Ramesvaram essi s'incontrarono di nuovo durante la stagione dei monsoni, e in quell'occasione Vidyasankara ingiuriò e bersagliò Anandatirtha con continui attacchi, ma il giovane santo tollerò l'abuso.
Durante il viaggio di ritorno, mentre si rivolgeva a un'assemblea di esperti, Anandatirtha affermò che ogni espressione vedica ha un triplice significato, che ogni verso del Mahabharata ha dieci significati e che ognuno dei mille nomi principali di Visnu ha cento significati. Quando l'assemblea stupefatta gli chiese di dimostrare la validità della sua affermazione, Anandatirtha spiegò un centinaio di significati di Visva, il primo nome di Visnu. Prima che egli potesse proseguire ulteriormente, tuttavia, gli fu chiesto di fermarsi e tutti ammisero di non avere intelligenza sufficiente per comprendere le sue elaborate spiegazioni.
Tornato a Udupi, Anandatirtha, che era ora conosciuto col nome di Madhva, scrisse un commento alla Bhagavadgita e ne consegnò una copia ad Acyutapreksa per avere la sua approvazione.
Il successivo viaggio di Madhva fu a Badarinatha, situata in alto sull'Himalaya. A Badarinatha egli incontrò Srila Vyasadeva, l'autore dei quattro Veda e della voluminosa letteratura supplementare. Per prepararsi a questo incontro Madhva aveva osservato il completo silenzio e digiuno per quarantotto giorni.
Egli apprese il pieno significato del Vedantasutra, l'essenza distillata della saggezza vedica, dal suo stesso autore trascendentale e promise di scrivere un commento ai sutra che fosse fedele all'originario intento e alla finalità di Srila Vyasadeva. Un po' di tempo dopo la sua discesa dall'Himalaya, il suo commento, Sutrabhasya, era completato. Egli ne inviò una copia a Udupi per sottoporla all'approvazione di Acyutapreksa.
Nel suo viaggio di ritorno Srila Madhvacarya convertì Sobhana Bhatta e Sam Sastri al vaisnavismo. Essi, in seguito, succedettero a Madhva col nome di Padmanabha e Narahari Tirtha. Madhva rifiutò il sannyasa a Narahari e gli ordinò di restare nella sua devota posizione di governo; in cambio questi ottenne le Divinità di Mula Rama e di Sita, che facevano parte del tesoro del re Kalinga. Per molti anni Narahari rimase impegnato in quel servizio finché, alla fine, proprio tre mesi prima della dipartita di Madhva da questo
mondo, Narahari portò le Divinità di Sita-Rama al suo guru. Queste erano le Divinità originali di Rama e Sita adorate da Maharaja Iksvaku e poi da Maharaja Dasaratha, il padre di Sri Rama. In seguito, al tempo dell'avvento di Sri Krsna, i Pandava Le avevano consegnate ai re Gajapati di Orissa. Infine le Divinità furono conservate nel tesoro dei re.
Quando aveva poco più di vent'anni, dopo aver fondato a Udupi il tempio di Sri Krsna Matha, Srila Madhvacarya intraprese un secondo viaggio a Badarinatha. Lungo il cammino un re tiranno costrinse il seguito di Madhva a scavare una riserva d'acqua per la città di Devagiri. Madhva, comunque, persuase il re a partecipare allo scavo e partì col suo seguito. I pellegrini subirono molti altri disagi e disavventure, ma Madhva li salvò sempre con le sue celeri risoluzioni e i suoi poteri mistici. A Badarinatha ancora una volta Madhva ascoltò Vyasa che gli consegnò otto pietre sacre Salagrama. Al ritorno dal viaggio Madhva si fermò a Goa, dove dette il via a una stupefacente festa gastronomica. Precedentemente egli aveva mangiato mille banane in una seduta, ma a Goa batté il suo precedente record: mangiò quattromila banane e bevve trenta vasi di latte. Quando gli fu chiesto se le piante sono sensibili alla musica, Madhva prese alcuni semi nel palmo della mano e cominciò a cantare con la sua voce melodiosa. I semi germogliarono mentre Madhva continuava a cantare, e le piante crebbero oscillando alla melodia. Madhva continuò a cantare, e le piante crebbero fino alla piena maturazione, con fiori e frutti. La notizia di questo fatto si diffuse in ogni luogo.
Da Udupi Madhva partì di nuovo per un viaggio nel Sud. A Visnumangalam egli sconfisse Trivikramacarya, un logico e grammatico di notevole valore, che era in grado di far sì che la lingua sanscrita si piegasse a qualsiasi significato che fosse adatto alla sua finalità. Il dibattito si prolungò per quindici giorni e alla fine Trivikrama si arrese ai piedi di Madhvacarya. Il resoconto completo di questo dibattito è contenuto nel Madhvavijaya che fu scritto dal figlio di Trivikramacarya. La notizia della conversione di Trivikramacarya portò centinaia di uomini e donne alla congregazione di Madhva. La missione della sua vita mise così profonde radici in India.
Srila Madhvacarya scrisse trentanove libri per chiarire la dottrina del vaisnavismo, dimostrando che questa era la vera religione vedica. In molti libri egli attacca il credo monistico dei seguaci di Sankaracarya, spiegando che la loro dottrina sovvertiva la genuina comprensione spirituale. Incapaci di sconfiggere Madhvacarya con l'argomentazione logica, alcuni gruppi di monisti cospirarono per ostacolare la missione di Madhva con mezzi meno onorevoli. Cercarono di diffamarlo dichiarando che era un eretico e che i suoi seguaci erano paria (non appartenevano ad alcuna casta). Rubarono anche i suoi scritti e la sua pregevole collezione di libri antichi, pensando che privandolo dei suoi libri avrebbero interrotto la sua missione. In qualche modo accadde poi che il re Jaya Simha di Visnumangalam acquistasse i libri e li restituisse a Madhvacarya.
Madhva era apparso in due altre incarnazioni. Al tempo dell'avvento di Krsna sulla Terra, apparve come il guerriero Bhima, uno dei cinque fratelli Pandava. Al tempo di Sri Rama s'incarnò come l'amato Hanuman, il servitore ideale del Signore Supremo. Come accadde per le altre incarnazioni, Madhva compì molte imprese di valore ed esibì le sue perfezioni mistiche. A volte da bambino appariva improvvisamente con un potente balzo per rispondere alla chiamata di sua madre. A scuola curava il mal di testa soffiando nell'orecchio degli amici. Per aiutare il padre indebitato, trasformò in denaro i semi di tamarindo. In due occasioni fece germogliare i semi e li trasformò in piante col suo canto. Un'enorme roccia ad Ambu Tirtha, che richiede cinquanta uomini per essere spostata, porta un'iscrizione che afferma che essa era stata posta là da Madhvacarya con una sola mano. Molte volte Madhva moltiplicò piccole quantità di cibo per distribuirlo a centinaia di persone. All'età di settantanove anni, quando ormai la sua missione ere fermamente stabilita, Srila Madhvacarya lasciò questo mondo. I suoi devoti affermano che egli sia andato a Badarinatha per riunirsi con Srila Vyasadeva.















L'Osservatore Vedico

Commenti a fatti e avvenimenti del nostro tempo

a cura di Gaura Krsna dasa

SAPER LEGGERE E SCRIVERE

Quando distribuiamo i nostri libri e le riviste non chiediamo alle persone se sanno leggere o scrivere.
Pensiamo che l'analfabetismo sia il ricordo di un lontano passato.
Eppure tempo fa mi trovavo nella banca di un piccolo paese toscano, sentii una signora di una certa età che spiegava al cassiere di dover incassare un assegno ma di non poter compilare la distinta perché non sapeva né leggere né scrivere. L'impiegato, osservato attentamente l'assegno, le chiedeva allora chi mai lo avesse firmato, dato che la firma corrispondeva al nome della donna. Un po' spaventata, la povera signora rispondeva: "Ha firmato mia figlia".
L'impiegato avvertiva la donna che la figlia aveva commesso un reato, ma che comunque lei avrebbe potuto incassare l'assegno presentandosi con due testimoni, in presenza dei quali avrebbe dovuto fare una croce sull'assegno. Oggi, almeno in Occidente, essere analfabeti rende le cose più difficili e complicate. Qualche anno fa la RAI trasmise un corso, "Non è mai troppo tardi", per coloro che non sapevano leggere e scrivere.
Oggi, quando ormai quasi tutti sono in grado di capire e decifrare il messaggio scritto e parlato, nascono nuovi linguaggi sempre più complessi e specializzati.
Vi sono accademici che scrivono libri oscuri e accessibili solo a pochi "addetti": perché lo fanno?
Per distinguersi, per elevarsi, per non mescolarsi con il popolo che ha ormai "imparato" e potrebbe facilmente individuare la fragilità di una certa cultura.
Molti malati non capiscono bene da quale malattia sono afflitti, perché medici e farmacisti sono enigmatici con i loro pazienti. Pare comunque che i maestri insuperabili dell'incomprensibilità filologica siano alcuni politici.
Molti discorsi sono assolutamente incomprensibili, le menti si smarriscono facilmente davanti a uno sciorinarsi di frasi ridondanti, costruite con maestria e farcite di citazioni e di parole rare.
Eppure abbiamo tutti imparato a leggere e scrivere! O no?
La mente umana cerca disperatamente la chiarezza, ma rispetta e subisce in modo infantile il fascino del mistero. Gli scienziati usano un difficile linguaggio tecnico, i pochi filosofi rimasti emettono costantemente suoni e parole arcane. Non basta più saper leggere e scrivere, in molti casi sono necessari la laurea e talvolta un corso di specializzazione postuniversitario. Per capire che cosa? Quello che molti avevano capito da tempo: che cerca e ricerca le eterne domande dell'uomo sono ancora senza risposta.
I Veda dicono che una volta gli uomini parlavano un'unica lingua e parlavano chiaro. Non c'era differenza tra quello che pensavano e quello che dicevano.
Le menti erano potenti, la sensibilità umana, più sviluppata, favoriva la relazione con Dio.
Anche la Bibbia afferma che una volta, prima della Torre di Babele, c'erano un solo popolo e un'unica lingua.
La discordia e l'ipocrisia caratteristiche del nostro tempo, definito dai Veda come l'era nera o era di Kali, hanno generato lingue diverse originate però da un unico linguaggio, il sanscrito.
Oggi, nell'ambito di una stessa lingua, gruppi di potere diversi creano linguaggi diversi per poter disorientare e controllare meglio il povero individuo (sprovveduto e indifeso).
Le religioni hanno creato rituali difficili e intricati, le scienze hanno prodotto trattati aridi e inaccessibili, i politici giocano con le parole, con la maestria, il coraggio, e la sbruffonaggine dei giocolieri; la gente china il capo disorientata e lavora duro per permettere ai figli di studiare, di "capire".
Nel donare all'umanità la saggezza dei Veda, Srila Prabhupada affermò che il suo unico merito consisteva nell'aver tradotto senza aggiungere o togliere niente all'originale.
Agli apostoli smarriti e spaventati per la dipartita di Gesù, lo Spirito Santo diede il dono della glossolalia, la capacità di parlare e di capire tutte le lingue del mondo.
Da quando sono devoto di Krsna, ho incontrato anch'io delle difficoltà nel comunicare con i devoti stranieri.
Devoti tedeschi, francesi, russi, indiani, cinesi, svedesi, culture e lingue diverse, eppure c'è stato sempre un momento in cui la comunicazione tornava a scorrere fluida e felice per tutti.
E' il momento del kirtan, della danza e del canto collettivo dei nomi di Dio: Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare.
E' una comunicazione solare, chiara, aperta, un linguaggio spirituale che abbraccia eruditi e analfabeti.
La parola e la scrittura non devono diventare armi con cui ferire o catturare.
Leggiamo, scriviamo e comunichiamo per amare; questo è almeno il nostro scopo e forse anche il vostro. Altrimenti non sareste rimasti a leggere fin qui.
Dateci una mano. Miglioriamo il mondo, miglioriamo noi stessi.
Non dobbiamo usare la mente come se fosse un'arma. Non dobbiamo scrivere o leggere i libri per sentirci superiori, incutere timore e rispetto.
Se diventeremo più semplici, i nostri pensieri saranno più forti e più comprensibili, altrimenti l'arcano, l'oscuro e l'indecifrabile domineranno la nostra vita. Saremo spaventati dalla cultura che avremo prodotto proprio con la stessa facilità con cui un bambino è terrorizzato dalla propria ombra.















LETTERE AL DIRETTORE

"Caro direttore, sono una ragazza di 29 anni che insegna religione in una scuola media di Milano. Vorrei sapere: se gli Hare Krsna credono che il bene e il male saranno compensati dalle leggi della natura, e che secondo la legge del karma ogni bene e ogni male incontrerà una reazione buona e cattiva in questa vita o nella prossima, a che serve l'inferno? Secondo i Cristiani, tutti i peccatori devono andare all'inferno ed essere puniti, mentre secondo voi, i peccatori ricevono le reazioni dei loro peccati nella forma di malattia, morte, povertà, separazione dalla casa, dagli amici, dalla famiglia, ecc. in questa vita e nella prossima. Oppure sono inviati sui pianeti superiori o inferiori. Perciò, i peccatori vanno all'inferno o subiscono le reazioni del karma o entrambi?"
Mariuccia

Il problema nel comprendere la legge del karma è che abbiamo la tendenza a prendere troppo alla lettera l'analogia con la legge di Newton. Non è corretto dire che una reazione karmica, come un'azione fisica, ha una "reazione uguale ed opposta". Srila Prabhupada spiega che le reazioni karmiche per le attività buone e cattive sono composte. Egli dà questo esempio: se faccio qualcosa di buono dando a qualcuno per esempio centomila lire in questa vita, dovrò tornare nella prossima vita per ricevere, diciamo quattrocentomila lire. C'è un interesse. La stessa cosa accade con le azioni peccaminose. Nella Caitanyacaritamrta è spiegato che coloro che mangiano le mucche devono nascere come mucche ed essere uccisi per tante volte quante sono i peli sul corpo della mucca.
Questo può sembrare estremo, ma consideriamo l'altro aspetto. Se si compiono attività pie, per quanto insignificanti siano, i risultati sono inimmaginabili. Per esempio, ci sono enormi benefici nel digiunare completamente anche in un solo giorno di Ekadasi. Perciò le reazioni non sono "uguali e opposte".
C'è dunque sofferenza all'inferno e nella vita successiva perché è tutta una punizione per gli stessi peccati. Srila Prabhupada lo spiega in questo modo:
"Sul pianeta di Yamaraja al peccatore è data l'opportunità di imparare a vivere in condizioni infernali, le stesse che dovrà sopportare nella vita successiva, poi gli viene data l'opportunità di nascere su un altro pianeta per continuare la sua vita infernale. Per esempio, se un uomo per punizione deve rimanere all'inferno e mangiare escrementi e urina, prima di tutto pratica queste abitudini sul pianeta di Yamaraja, quindi gli è dato un particolare tipo di corpo, quello di un maiale, in modo che possa mangiare escrementi e pensare che si sta godendo la vita" (Srimad Bhagavatam 3.30.29, spiegazione).
Noterai che Srila Prabhupada dice: "per continuare la sua vita infernale". Questo significa che è tutto parte della stessa "sentenza" per le sue attività illegali e peccaminose.
Un'altra considerazione da farsi è che la situazione in cui veniamo a trovarci è solo parzialmente una punizione per i nostri peccati, perché è anche dovuta ai nostri desideri. Questi desideri sono nutriti dalle nostre attività peccaminose e dalla nostra associazione peccaminosa, e noi potremmo anche dire che essi sono una reazione peggiore della sofferenza fisica dell'inferno  perché i nostri desideri ci tengono legati all'esistenza materiale. In altre parole, i desideri che abbiamo sono parte del nostro karma, e anche se paghiamo il nostro debito all'inferno per i nostri peccati, là non diventiamo automaticamente liberi dai desideri. Dobbiamo ancora prendere un altro corpo per agire attraverso quei desideri. Naturalmente tutto ciò è molto intricato, e noi d'abitudine dimentichiamo le sofferenze e continuiamo ad andare all'inferno. Kapiladeva dice: "Per questa ragione, se l'essere vivente percorre di nuovo il sentiero del male, influenzato da persone con tendenze materialiste e impegnate nella ricerca del piacere sessuale e della gratificazione del palato, torna di nuovo all'inferno come prima". L'unica soluzione è diventare coscienti di Krsna ed evitare la lotta con le complesse leggi del karma.
A.K.dd














Govinda
Ristoranti Hare Krsna

Centinaia di deliziose
ricette della più pura
cucina vegetariana
secondo l'antica
tradizione
gastronomica indiana.

MILANO
Via Valpetrosa 3/5
Telefono 02/862417
Orario: 12,3014,30: 19,3021,30
Chiuso la domenica e il lunedì

ROMA
Via di San Simone 73/A
(Via dei Coronari)
Telefono 06/6541973
Orario: 19,3023,00
Chiuso il lunedì

CATANIA
Via San Nicolò al Borgo 28
Telefono 095/552252
Orari dal mercoledì al sabato:
12,3014,30; 19,0023,00
Domenica: 13,3015,30; 19,0022,30
Chiuso lunedì e martedì















HARE KRSNA HARE KRSNA
KRSNA KRSNA HARE HARE
HARE RAMA HARE RAMA
RAMA RAMA HARE HARE



CANTA HARE KRISHNA E SARAI FELICE

Introdotto in Occidente da Srila Prabhupada, il mantra Hare Krishna in poco più di vent'anni è diventato familiare in tutto il mondo, molti l'hanno ascoltato o addirittura cantato. In realtà dietro la danza e il canto dei devoti di Krishna c'è un significato profondo e attuale. La vibrazione trascendentale ottenuta cantando Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare/ Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare è il metodo sublime per ravvivare la nostra coscienza originale. La coscienza di Krishna non è un'imposizione artificiale sulla mente.
Questa coscienza è l'energia originale e naturale dell'essere vivente. Quando sentiamo questa vibrazione trascendentale, la nostra coscienza si risveglia. Questo facilissimo metodo di meditazione è raccomandato per questa epoca. Anche con l'esperienza pratica si può percepire che cantando questo mahamantra, o grande canto della liberazione, si sente subito un'estasi che proviene dal livello spirituale. Il canto del mantra Hare Krishna si attua sul piano spirituale, perciò questa vibrazione sonora supera tutti gli strati inferiori di coscienza, cioè quella sensuale, quella mentale e quella intellettuale. Quando il mantra è cantato con amore da un puro devoto del Signore ha la massima efficacia su coloro che ascoltano.
Il mantra è composto da tre nomi: Krishna significa "Infinitamente Affascinante", Rama significa "la Fonte inesauribile di ogni gioia" e Hare si riferisce alla potenza devozionale del Signore. Quindi il mahamantra significa: "O Signore infinitamente affascinante, o fonte inesauribile di ogni gioia, o potenza del Signore, Ti prego di impegnarmi a servirTi con devozione."















IL GIOIELLO LETTERARIO DELL'INDIA MEDIOEVALE

Sri Caitanya caritamrita

L'opera, in otto volumi, presenta la vita e gli insegnamenti di Sri Caitanya Mahaprabhu.
Questa grande personalità spirituale dell'India del XVI secolo ha generato un profondo cambiamento nella società indiana soffocata nel sistema delle caste.
Facendo rivivere l'aspetto monoteista della tradizione religiosa indiana, Sri Caitanya, con la diffusione della coscienza di Krishna e del canto collettivo del mantra

hare krishna hare krishna
krishna krishna hare hare
hare rama hare rama
rama rama hare hare,

ha riportato l'attenzione di studiosi e religiosi sull'aspetto personale della Verità Assoluta, Sri Krishna.
Completata nella stesura originale bengalese l'anno 1616 da Krishnadasa Kaviraja Gosvami,
l'intera Sri Caitanyacaritamrita giunge soltanto ora ai lettori occidentali.

Un importante contributo allo studio dell'eredità religiosa, filosofica e culturale dell'India.


fine del numero di maggio 1989.